Testa bassa e sudore. Nessuno provi a incrociare lo sguardo con le luci della ribalta!

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La vittoria della Roma per 0-2 sui rossoneri, allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano, non verrà ricordata come una partita spettacolare e ricca di effetti speciali, ma come un film noioso ma con un gran finale. Quel che conta però erano i 3 punti e quelli sono arrivati. Si chiedeva infatti, ai giallorossi una continuità nei risultati prima della sosta delle nazionali, così da poter preparare al meglio la super sfida di sabato 14 ottobre contro la capolista, contro il Napoli del maestro Sarri.

Un match a tratti soporifero e senza troppi squilli, con un paio di occasioni per parte prima del tanto agognato 0-1 del goleador, Edin Dzeko. Il bomber bosniaco si fa notare prima per un litigio a brutto muso con l’arbitro Banti e con il centrale che “sposta gli equilibri” Leonardo Bonucci e poi per, l’ormai consueto, gol che sblocca la partita.

70′ dunque in cui le due compagini si sono equivalse, in cui nessuno ha prevalso sull’altro, dove i padroni di casa, in alcune fasi, hanno tenuto maggiormente il possesso della sfera senza però trovare sbocchi. Spazi dunque che la Roma non ha concesso, con Strootman prima, con Pellegrini poi. Il centrocampista romano e romanista, subentrato all’infortunato olandese, ha però dato maggiore gamba e brillantezza ad un reparto abbastanza sulle gambe. Con De Rossi solita diga infatti, la coppia formata dall’ex Sassuolo e da Nainggolan, sembra meglio assortita e dinamica rispetto a quella composta dal belga e dal numero 6 giallorosso.

Inoltre con il passare dei minuti il diesel con la cresta, ha sbaragliato gli avversari con la solita prepotenza fisica. Non è un caso infatti che una volta spostato più avanti, e quindi con maggiore possibilità di inserirsi, la Roma trovi la rete del vantaggio. Una soluzione tattica importante che permette al mister Di Francesco di poter avere più frecce nel proprio arco da poter utilizzare all’interno dello stesso match. Prima corti e compatti, tutti uniti dunque per respingere l’avanzata dei rossoneri e poi pronti a ripartire quando l’avversario perde lucidità e la stanchezza si fa sentire.

La Roma dunque si adegua e muta più e più volte. Fa la partita con le piccole e fa stancare le grandi, o presunte tali, per colpirle nel momento giusto.

Per poterlo fare però bisogna avere a disposizione le giuste soluzioni. Alisson è la prima di queste, perché in ogni gara, l’estremo difensore è decisivo, lasciando, spesso e volentieri, la porta inviolata grazie a degli interventi davvero prodigiosi. Quest’ultimo, insieme a Manolas, Fazio e De Rossi, formano infatti un rombo eccezionale, in grado di smorzare sul nascere ogni velleità avversaria. Peccato che al loro fianco ci sia Bruno Peres e non un alterego dell’impressionante Kolarov, perché altrimenti si tratterebbe di un reparto davvero insuperabile. Difesa e centrocampo coprono bene, anche se inventano poco, lasciando l’attacco, in alcune fasi del match, leggermente isolato. Abbandonato a se stesso e alle proprie iniziative, come quella del capocannoniere della scorsa Serie A, che tira fuori dal cilindro l’ennesimo gol per zittire quei brusii di sottofondo che iniziavano già a farsi risentire.

Le due ali, El Sharaawy e Florenzi, invece corrono molto ma non sembrano in giornata e con il passare dei minuti perdono brillantezza, come in occasione della clamorosa occasione fallita dal numero 24 romanista che però poi si rifà sul tap in che chiude la gara. Una rete, costruita da Dzeko e da Nainggolan, meritata ed emozionante dopo il lungo calvario patito dal jolly di Vitinia. Dopo un’infinita calcistica l’ex Crotone torna al gol con tanto di lacrime e braccia al cielo per il peso tolto dalle spalle. Una bellissima immagine che fa calare il sipario sulla scala del calcio. Un risultato netto e sacrosanto che non lascia spazio a fraintendimenti e che forse accende qualche luce in più su una squadra e su un allenatore troppo spesso bistrattati e dimenticati da media e addetti ai lavori. Ora però guai a distrarsi, perché solo con il lavoro quotidiano e con la testa bassa si eviteranno le luci della ribalta che potrebbero accecare e distogliere dall’obiettivo.

Edoardo Albanese

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