I Capitani abbandonati, a Roma funziona così

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– “Mister, ma è vero quello che c’è scritto qui, non gioco? Perché se è così a me va bene, ma lei ha dichiarato a tutti che io sto male, che durante la settimana non mi sono allenato e questo non è vero”

– Non ti preoccupare di quello che c’è scritto, non è importante. Comunque oggi ti riposi, non giochi. Se vuoi te ne puoi anche andare a casa, tanto andresti in tribuna”.

Per me fu una pugnalata, un colpo al cuore, rimasi impietrito. Chiamai mia moglie e le dissi: “Guarda, torno a casa, non gioco e non vado neanche allo stadio a vedere la partita”.

Questa storia sembra surreale, ma è andata in scena proprio così come ve la raccontiamo, esattamente 47 anni or sono. Gli interlocutori sono Giacomo Losi e Helenio Herrera. (da Giacomo Losi “Core de Roma”, di Francesco Goccia e Valentina Cervelloni”).

“Ti hanno tolto la Roma ma non la tua curva”. Per quanto riguarda la storia di Agostino Di Bartolomei meglio limitarsi al saluto a lui dedicato dai tifosi, quelli si, vecchie maniere. Troppo lento per giocare con la Roma di Eriksson, ma non per segnare un gol proprio contro la Roma di Eriksson l’anno successivo. Di quello che accadde nella gara di ritorno inutile parlarne.

“Me ne vado con la morte nel cuore, ma con la nuova società mi sentivo un estraneo a Trigoria”. Anche queste parole sembrano così attuali ma sono così lontane: le ha pronunciate Peppe Giannini durante la sua conferenza stampa d’addio, il 18 giugno 1996, tenuta presso il Palaghiaccio di Marino, non a Trigoria, dopo oltre 15 anni di militanza in giallorosso.

Quindi, caro Francesco non sei solo, qui è così che funziona, da sempre. Qualcuno sostiene che le tue gambe non rispondano a ciò che ti chiede la testa ma, se sei rimasto per 25 anni in questa città, che se solo fossi nato altrove non ti si sarebbe mai potuta permettere, è perché c’è una parte di te che il presidente ha dimenticato di citare, il cuore, e a volte è proprio quello che ha fatto andare i tuoi piedi in un verso piuttosto che in un altro.

Dedicato ad Attilio, Amedeo, Giacomo, Agostino, Peppe e Francesco

Domenico Rimedio

6 Commenti

  1. Francesco vedi? Non sei solo, i capitani prima di te ci sono passati quando qualcuno decide che è ora di andare via dalla squadra,fanno così,un calcio in culo e arrivederci,senza pensare al dolore che provocano,a dei Campioni,come te,e come gli altri prima di te. Ma tu come gli altri Capitani,resterai sempre nei nostri cuori

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