A ciascuno il suo ruolo nella crescita di talenti

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“Totti è un genio, ma da solo non vince. Alla Roma servono altri 4-5 Totti e lui deve darmi una mano a far crescere altri giocatori importanti”.

Questo è il concetto che, da qualche giorno, Spalletti va ripetendo. Ma che davvero non riesco a comprendere.
Ovvio che un giocatore, seppur straordinario, non possa vincere tutte le partite da solo. Assurdo, invece, che si chieda al Campione di far crescere altri Campioni.
Spetta ai dirigenti scovare i talenti, ai presidenti acquistarli, agli allenatori farli crescere.
I Campioni restano, invece, esempi da seguire, perché, lavorando sul talento, sono diventati calciatori in grado di fare, spesso, la differenza in campo. Proprio come Totti.
Talento acquistato da dirigenti competenti ai tempi della presidenza Viola e, poi, blindato dalla famiglia Sensi. A crescerlo ci hanno pensato allenatori-maestri come Mazzone e Zeman, attenti alla psicologia del ragazzo e con il culto del lavoro. Grazie anche a loro, Totti è diventato un Campione, che, insieme ad altri grandi calciatori, ha vinto con Capello e Spalletti nella Roma, con Lippi in Nazionale.

Dunque, spetta agli attuali dirigenti acquistare talenti; all’attuale allenatore farli crescere; ai Campioni in squadra fungere da esempio.

Ora, però, due domande.
La prima: quali sono i talenti in squadra che possono diventare “altri 4-5 Totti”?

La seconda: cosa dovrebbe fare Totti per aiutarli a crescere, se non quello che già sta facendo, e cioé allenarsi con professionalità e incidere sulle partite tutte le volte in cui si è chiamati in causa?

Massimo D’Adamo

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