Di Francesco: “Bene fino al rigore, ma alle prime difficoltà non reagiamo. Mi fa incazzare”.

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Di Francesco in conferenza stampa 

“Il modulo dopo il terzo cambio era un 3-3-4, non avendo loro un giocatore e cercando ampiezza. Continuavamo ad andare per vie centrali, se esci dalla partita è una cosa che mi fa incazzare, se ti difendi in 10 difendi stretto, schiacciandoti in area, è impossibile entrare centralmente. Questa cosa è stata ripetuta per 12-13 minuti, quando si possono riprendere le partite. Nel primo tempo non meritavamo di stare sotto, siamo mancati nel salto di qualità che non riusciamo a fare in maniera definitiva. Cristante? Voi chiedete sempre di un singolo calciatore, ha fatto male come tutti gli altri. Non credo abbia fatto una prestazione inferiore, l’ho tolto per avvicinare un attaccante a Dzeko, non per demerito suo. Ha fatto una gara al di sotto delle sue possibilità. Fino al gol abbiamo difeso bene, nell’insieme la squadra aveva espresso un ottimo calcio, con piccole situazioni sbagliate come passaggi e cross, non sfruttate. Mi fa arrabbiare il secondo tempo, in cui alle prime difficoltà non siamo stati più squadra. Luca Pellegrini ha fatto delle ottime cose, poi c’è stata una sua ingenuità con quella mano appoggiata sulla schiena. Con tanti giovani qualcosa paghiamo, bisogna passare anche attraverso queste prestazioni. Oggi non parliamo del modulo, giusto? Sennò torniamo alle solite cazzate. Si torna agli atteggiamenti, non possiamo perdere una partita per i giocatori che vanno in nazionale. Oggi dovevamo portarla a casa, stavamo dimostrando di avere la partita in mano, non ti puoi permettere di non avere una reazione come si deve, perdendo lucidità e distanze, che hai dimostrato di avere per gran parte del primo tempo. Moduli? Diciamo sempre le cose tanto per dire, stiamo perdendo 2-0 e giustamente metto un giocatore più offensivo, a volte l’ho fatto con Schick. La Juventus è più forte e l’ha dimostrato, dobbiamo fare ancora tanta strada e abbiamo la fortuna di poter rigiocare martedì per dimostrare che non siamo quelli del secondo tempo”.

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