E la chiamano estate questa estate senza te

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Sarà un’estate caldissima non soltanto dal punto di vista climatico quella che si appresta ad arrivare per dirigenza e supporter romanisti. Si ripartirà da quanto di buono visto nella seconda parte della stagione dal punto di vista del gioco e dei risultati, ma inevitabilmente si ripartirà anche dalle molte incognite nate dalle mille dichiarazioni spallettiane, sabatiniane e baldissoniane dell’ultimo periodo, oltre che dai dubbi di bilancio e conseguentemente di mercato ereditati da un terzo posto e un preliminare di Champions che, se da una parte fa esultare lo staff tecnico e una buona fetta dei tifosi, dall’altra non può certo far sorridere i cassieri giallorossi.

Infatti, presupponendo un passaggio del turno preliminare e una qualificazione alla fase a gironi della massima competizione europea, lo scenario economico sarà completamente diverso rispetto alle due stagioni precedenti, quando prima il Napoli e poi la Lazio lasciarono Roma e Juve a dividersi il bottino del market pool da sole. Nella stagione che verrà, sempre pensando positivamente e dando i giallorossi come già qualificati, il tutto sarà diviso per 3. Chiaramente c’è una variabile in tutto questo, quella di passare la fase a gironi e di vincere il maggior numero di partite, possibilmente arrivando più avanti dei connazionali per guadagnarsi la fetta più abbondante della torta europea.

Quali sono quindi gli scenari di mercato ai quali dovranno assistere i tifosi della Roma? “L’esito del preliminare di Champions non cambierà i nostri programmi”, ha dichiarato Baldissoni al rientro dalla mini tournée araba, e sulle sue parole non si possono avere dubbi visto che le gare d’andata e di ritorno del play off avranno la prima giornata di campionato a dividerle, e pochi giorni ancora di apertura della finestra del mercato estivo.

SABATINI – Sarebbe opportuno trattenere il ds perugino almeno per 3 motivi:
– La mossa del gatto maculato – Nella speranza che si possa evitare di rinunciare ad uno o due pezzi pregiati nel corso della prossima sessione di mercato c’è proprio il virtuosismo dimostrato da Sabatini. Se è vero che nel corso della sua esperienza romana è arrivato qualche “bidone” sparso qua e là, è altrettanto vero che in alcune operazioni alla Dodò il suo marchio di fabbrica ha garantito alla società di Trigoria di poter operare in maniera più tranquilla sul mercato in entrata, senza per questo intaccare la competitività della squadra, almeno per quanto riguarda il campionato italiano (per essere competitivi in Europa serve ben altro). Alcune mosse sono da ritenersi quasi geniali, basta pensare all’acquisto di Destro per il quale è stata caricata la quasi totalità della somma alla voce “prestito”, cosa che ha garantito una plusvalenza stellare per un calciatore che nella capitale ha più deluso che brillato. Allora attendiamo il coniglio dal cilindro che, come la scorsa estate, possa garantire introiti da calciatori che non fanno più parte del progetto tecnico o comunque per i quali né tifosi né staff si strapperebbero i capelli in caso di partenza: Ljajic, Iturbe e Doumbia su tutti, ma anche calciatori alla Sanabria o alla Paredes che a Roma abbiamo visto con il contagocce, ma il sacrificio dei quali sarebbe accolto ben volentieri se propedeutico al mantenimento e al rafforzamento dell’ossatura della squadra.
– Copa America – Tra i più grandi conoscitori del mercato sudamericano c’è senza dubbio Walter Sabatini. Oltre alla conoscenza, che non guasta, il ds giallorosso gode anche dei giusti contatti e di alcune corsie preferenziali che nel corso degli anni gli hanno permesso di accaparrarsi gente come Lamela e Marquinhos e altri oggetti del desiderio di grandi club europei come Alisson e Gerson. Ma cosa c’entra la Copa America? Conoscendo Sabatini tra opzioni e promesse non si può escludere che nel suo taccuino ci sia già il nome di qualche calciatore pronto a sbocciare nella prossima kermesse americana, da lasciare come eredità al suo successore per continuare quanto di buono fatto fino ad ora anche con operazioni “minori” alla Sanabria o alla Ponce (con quest’ultimo che sembra destinato a percorrere la stessa strada spagnola del talento paraguaiano).
– Tempistiche di mercato – Tra una quarantina di giorni o poco più inizierà la nuova stagione della Roma con il raduno di Trigoria e la partenza per il ritiro di Pinzolo, dove si getteranno le basi per l’appuntamento più importante della prossima stagione che è proprio il preliminare Champions. Tra nazionali che arriveranno in ritardo, calciatori da riscattare e ritorni più o meno improbabili, Sabatini avrà le ore contate per regalare a Spalletti una squadra competitiva per giocarsela ad armi pari con City, Villareal o similari. Inoltre, sempre volendo pensare positivamente e presupponendo il passaggio alla fase a gironi, il perugino sembra essere la persona più adatta per sfruttare il ritorno economico dell’eventuale qualificazione nell’ultima settimana di mercato, quella che seguirà proprio la gara di ritorno del play off. E a quel punto, in caso di fase a gironi conquistata, perché non fare uno sforzo in più per regalare a tutto l’ambiente quella ciliegina da apporre sulla torta che si spera si stia costruendo già in queste ore? Quando i tempi sono stretti e quando c’è da chiudere delle trattative veloci il buon Sabatini ha dimostrato di saperci fare (Astori, ma anche Bastos, Vainqueur, senza scomodare Kjaer o il Manolas del post Benatia).

SPALLETTI – Al tecnico toscano il compito di agevolare il lavoro del ds. Per entrare nel dettaglio di quelle che saranno le scelte di mercato (tra le quali le eventuali rinunce) non si può non tener conto delle esigenze dell’allenatore. Le sue esperienze passate con la difesa a tre potrebbero permettere alla società di Trigoria di risparmiare su quei terzini di ruolo, che mancano ai giallorossi ormai dal duetto franco-brasiliano dell’ultimo tricolore, e seguito con le debite distanze dalla coppia Tonetto-Cassetti. Con l’eventuale approdo nella capitale di Caceres, insieme a Manolas e Ruediger che vogliamo vedere insieme anche la prossima stagione (non vestiti di blues), e con il sogno Benatia che tanto sogno potrebbe non essere, il certaldino potrebbe far evitare investimenti corposi sulle corsie esterne per potersi concentrare su altri settori del campo, trovando finalmente un posto quasi naturale per Florenzi da una parte, e inventando e creando dall’altra, come ha sempre dimostrato di saper fare.  In uno scenario del genere anche il mancato riscatto di Lucas Digne potrebbe avere una propria logica, così come la conferma di Zukanovic e Castan.
Se si parla di ossatura non si può certo fare a meno di parlare di un centrocampo che perderà Seydou Keita (sempre schierato se in condizione) ma ritroverà Strootman, che insieme a Pjanic e Nainggolan che vogliamo vedere insieme anche la prossima stagione (non vestiti di blues), ma anche con De Rossi e Vainqueur, garantirebbe numeri, qualità e sostanza alla linea mediana giallorossa.
“Se quando sono arrivato alla Roma mi avessero chiesto quale centravanti avessi voluto, io avrei risposto Dzeko”. E’ verità? Allora che resti, a condizione che serva non soltanto per mantenere palla e risultato negli ultimi minuti delle partite già decise, ma che venga utilizzato soprattutto per tirare fuori le castagne dal fuoco nelle gare “stregate”. Se così non fosse Dzeko è un lusso che questa Roma non può permettersi, sia per l’ingaggio da top player, sia perché in caso di permanenza sarebbe difficile assistere a degli investimenti nel reparto avanzato.

PALLOTTA – La prossima settimana il patron giallorosso dovrebbe sbarcare nella capitale. Ci sarà il probabile faccia a faccia con Francesco Totti che dovrebbe culminare con il comunicato sul rinnovo, per molti scontato ma ancora da ratificare. Per continuare con le citazioni stagionali chissà se tra i due non andrà in scena un chiarimento sulle presunte frasi del presidente su quello che chiede la testa e quello che possono fare le gambe.
L’arrivo del n. 1 giallorosso coinciderà con la presentazione del progetto definitivo per il nuovo stadio ma anche, supponiamo, con un dibattito da intraprendere con le istituzioni per risolvere il problema della desertificazione dello Stadio Olimpico (Baldissoni: “Proporremo delle soluzioni alla Questura”).
Da discutere anche importanti questioni legate al futuro di Walter Sabatini, al rinnovo e prolungamento di contratto di Luciano Spalletti e, perché no, anche a tranquillizzare l’ambiente su questa fatidica data del 30 giugno e sulla permanenza dei big.

TIFOSI – Le 14 mila tessere rinnovate non danno certezze su quello che accadrà sugli spalti nella prossima stagione. Alcuni gruppi sembrano voler tornare allo stadio e alcune tessere non rinnovate dovrebbero portare ad un ricambio generazionale sugli spalti del settore più caldo dell’impianto. Molti gli appelli dei calciatori che in questa stagione hanno lamentato il disagio di giocare in uno stadio vuoto, non ultimo Strootman, che direttamente dal ritiro con la nazionale olandese ha dato addirittura ai supporter un valore di incidenza sulla classifica equivalente tra i 6 e i 9 punti a stagione.

Molte le incognite da risolvere e da osservare direttamente dai lettini sulla spiagge o a bordo piscina sorseggiando un cocktail.

Domenico Rimedio

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