La Roma si fa di nuovo piccola. Solo con Crotone e Udinese si gioisce

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tottiLa Roma crolla a Torino sotto i colpi dell’ex, anche se ancora di proprietà dei giallorossi, Iago Falque. Come da tradizione colui che ha salutato, si fa rimpiangere. Forse avrebbe voluto fare la stessa cosa anche Bruno Peres, ma non ci riesce, anzi.

Addossare tutte le colpe al terzino brasiliano risulterebbe stupido e poco intelligente. Perché l’ex granata si perde l’uomo come aveva fatto Juan Jesus in Europa League. L’azione è pressapoco la stessa, cambiano gli uomini dunque, ma il risultato è lo stesso.

Allora sorge spontanea qualche domanda, ma vuoi vedere che il problema è strutturale?

Da inizio stagione si sono visti molti, troppi errori in fase difensiva e tutti sempre molto simili tra loro. Ma il dito è stato sempre puntato verso il poco attento di turno, il tutto è stato sempre bollato come distrazione del singolo e mai del reparto intero. Reparto che sembra troppo sbilanciato, con Florenzi e Peres che terzini non sono e che forse risulterebbero migliori in una difesa a 3. Ma tale modulo per ora sembra accantonato nel ripostiglio. Forse perché poco gradito al tecnico e al gruppo.

Ma questo gruppo, dopo un numero abbastanza sufficiente di partite, per permetterci di giudicare, inizia a preoccupare. Perché è facile vincere con Crotone e Udinese, ma con tutte le altre la squadra di Spalletti ha sofferto. E non poco.

La fase difensiva, che dovrebbe esser fatta da tutti gli 11 in campo, non è preparata. Ognuno si muove liberamente e troppo spesso si lasciano molti spazi agli avversari. Manca il pressing coordinato e manca anche la fase di ripartenza, soprattutto quando ad impostare sono i 3 centrocampisti monocorde De Rossi, Strootman e Nainggolan. Troppo lenti con il pallone tra i piedi.

Il solo Perotti non può bastare per sviluppare l’intera mole di gioco, non può essere l’unica fonte. Come se tutte le colpe dell’attacco poco pungente siano da additare verso Dzeko, anche qui tutti dovrebbero spartirsi i propri demeriti.

Anche se poi il tecnico di Certaldo tira fuori il Jolly dal mazzo, dopo 45′ circa infatti, arriva il cambio risolutore. O almeno così si crede. Entra Totti.

Nonostante i numeri strabilianti (Complimenti per l’ennesimo record raggiunto!), non può essere sempre lui a caricarsi i compagni sulle spalle e a fare il miracolo. Spesso ci riesce, ma tutto questo sa di improvvisazione.

Nulla infatti appare studiato, eppure ci sono appena state le vacanze estive per prepararsi alla nuova stagione. Ma visti i chiari di luna sembra che anche quest’anno si raggiungerà una semplice sufficienza, con l’obiettivo massimo sempre troppo lontano perfino per chi in campo può puntare ancora sul campione 40enne.

Edoardo Albanese

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