La Roma torna Roma. Grinta, cuore e spettacolo; così i giallorossi ricominciano a volare!

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Dopo le vittorie di Juventus e Napoli, la Roma era chiamata a rispondere alle pressioni esercitate dalle momentanee prime due della classe. La Vecchia Signora infatti, per bravura propria e con qualche errore arbitrale, aveva sconfitto l’Inter, frenandone la rincorsa Champions, mentre i partenopei avevano mostrato classe e tecnica sopraffina contro un’impresentabile Bologna.

La squadra di Spalletti dunque, doveva sia mostrare di saper voltare pagina dopo il tonfo di Genova, sia rialzare la voce dopo che in troppi avevano cercato di sovrastarla. Ci sono voluti circa 25 minuti per capire che la Fiorentina poteva e doveva essere battuta. Tolti di dosso gli strascichi di Marassi e della poco avvincente vittoria contro il Cesena, la seconda forza del campionato tale si è mostrata e della Viola un sol boccone ha fatto. Corsa, dinamismo, voglia, tecnica, brillantezza ma soprattutto gioco.

Gennaio è stato un mese particolare, denso di vittorie con il minimo scarto, che hanno fatto gridare al miracolo, senza però analizzare nel dettaglio la stitichezza di inventiva, e pregno di punti, che facevano presagire sogni tricolori.

Forse il freddo aveva annebbiato la vista..

Prima il 3-2 con Sampdoria e poi il match quasi pareggiato di Coppa Italia contro una squadra cadetta, avevano però schiarito le idee.

Tolti così gli allori dalla testa, la Roma è tornata a fare la Roma. Dominante e bella a vedersi, con tanti gol e quasi nessun pericolo in difesa. In soli 90′ dunque sono stati uniti i pregi del mese scorso, ovvero una retroguardia attenta e precisa, alla solita abbondanza offensiva che caratterizza, da sempre, il gioco del tecnico di Certaldo.

Seppur in ritardo, dunque, ieri la Roma ha fatto tombola!

Ogni gol è pura poesia calcistica, mix di caparbietà e fantasia, precisione e talento. Dal primo all’ultimo non si può che applaudire.

Dzeko apre e chiude il match, con in mezzo le reti del gigante Fazio (a proposito quanto bisogna andare indietro con la memoria per ricordare una punizione sfruttata in tal modo?) e del solito infinito fantastico stupefacente Nainggolan. Tutti meriterebbero una menzione per la partita disputata, ma Dzeko e De Rossi sono stati un pizzico più bravi degli altri.

Il Cigno di Sarajevo è entrato in ogni azione da gol, ha scaraventato a terra Rodriguez nel primo, ha ottenuto la punizione nel secondo rubando la palla allo stesso Capitano dei gigliati, nel terzo ha addomesticato il lungo passaggio di Palmieri, facendo si che De Rossi potesse lanciare Strootman e infine, ha siglato la quarta rete che ha definitivamente chiuso la gara, con una rasoiata degna di un grande centravanti. Degna di Edin Dzeko

In ogni rete dunque ci mette lo zampino il numero 9 giallorosso. Ma non è il solo. Perché lo stesso può e deve dirsi del Capitano di giornata, o del campionato se vogliamo, anche se fa male ammetterlo, ovvero Daniele De Rossi. Grinta, corsa e recupero del pallone, non sono quasi mai mancati nella sua carriera, ma spesso è stato criticato per la mancanza di tecnica. Per il passaggio filtrante poco preciso, per il lancio senza contagiri o per un tocco di palla di troppo.

Ma ieri sera il numero 16 ha dimostrato a tutti che forse, l’unica vera mancanza è stata la costanza, perché il piede in fondo c’è.

La Roma dunque si butta alle spalle una settimana difficile nel migliore dei modi. Non solo sul terreno di gioco, ma anche dal punto di vista mediatico, gli ultimi sette giorni erano stati un vero calvario; stadio si, stadio no, Berdini che dichiara e poi smentisce, il calciomercato poco attivo, Gerson che parte e poi ritorna, i rinnovi di Spalletti e dei calciatori che non arrivano, i malumori di Manolas, la sconfitta di Salah in Coppa d’Africa, il prato dell’Olimpico poco perfetto e chi più ne ha, più ne metta.

Ma in soli 90 minuti tutto sembra ora dimenticato. La magia del calcio e dei 3 punti.

I sorrisi hanno trovato di nuovo spazio nella città di Roma, il sole è tornato a splendere, metaforicamente parlando, ma, siam certi, fino al prossimo piccolo intoppo, fino al prossimo piccolo passaggio a vuoto. Poi si comincerà da capo.

Senza avere mai appreso quanto sia utile e prezioso uno stabile equilibrio.

 

Edoardo Albanese

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