Shakhtar-Roma 2-1: Il solito copione anche sul palco più prestigioso

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Tanti gli spunti e le considerazioni emerse dalla serata di Champions. La Roma comincia con il giusto approccio il match andando ad aggredire la squadra ucraina e costringendola a chiudersi in difesa, portandola anche a fare molti errori. Un’infinità di calci d’angolo, con almeno 3 occasioni ghiotte, 2 con Dzeko (clamoroso il morbido piatto al portiere sul bell’assist di Perotti) e 1 con Manolas, si alternano con sporadiche ripartenze dei padroni di casa, senza creare però reali pensieri alla retroguardia romanista. Sul finire di primo tempo è una deliziosa azione cominciata da Perotti, che serve Dzeko per l’assit finale al turco Under a portare la Roma in meritato vantaggio col suo giocatore più in forma, fino a li vera spina nel fianco per lo Shakhtar.

Nel secondo tempo però si assiste ad un’altra partita. Lo Shakhtar pareggia nei minuti iniziali, complice un liscio clamoroso del convalescente Florenzi, con una progressione di Facundo Ferreyra che supera Manolas e trafigge Alisson. Come spesso accade la Roma va nel pallone e tutto ciò che di buono i giallorossi avevano fatto nei primi 45′ non viene ripetuto. Gli ucraini prendono coraggio e campo, schiacciando i giallorossi. Il centrocampo romanista sparisce sotto i dribbling degli attaccanti brasiliani e solo Alisson evita il peggio con almeno 3 miracoli, a confermarne la straordinaria forma, fino a capitolare sulla bella punizione di Fred, per fallo di Strootman. Praticamente nessuna occasione per i giallorossi nel secondo tempo, che devono anche ringraziare Bruno Peres (subentrato ad uno sconvolto Florenzi) che salva sulla linea a porta vuota l’eventuale 3 a 1, che avrebbe complicato davvero la gara di ritorno.

Il risultato lascia aperte tutte le speranze di qualificazione, grazie al gol del turco, ma a preoccupare è la resa fisica del secondo tempo e quella psicologica del non saper reagire alla minima difficoltà. Tra le domande aperte da questa prestazione, sicuramente c’e’ quella su cosa sia successo a Nainggolan, praticamente invisibile per tutta la partita, e quale fine abbia fatto Schick nei pensieri di Di Francesco (ormai il ceco non sembra neanche preso in considerazione, a cui si  preferisce un volenteroso, ma inconcludente Defrel). In più si riaprono i dubbi sulle colpe di alenatore e società, poichè, se pur di non far giocare Peres, bisogna costringere un malato Florenzi a giocare a -10°, allora perchè farlo entrare dopo e non cambiare modulo dall’inizio e, soprattutto, perchè a gennaio non si è intervenuto in quel ruolo?

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