Si vince con la testa e con i gol

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La Roma manca il principale obiettivo sportivo, ma soprattutto economico della stagione e abbandona la competizione dalle grandi orecchie prima ancora di sentir suonare il magico inno che fa sognare. Anche stavolta infatti, il sogno di poter competere con le grandi d’Europa rimarrà tale, nonostante la squadra giallorossa ci metta tutta la voglia e l’intensità possibile.

Tuttavia per poter accedere alla fase successiva mancano le due cose fondamentali; il gol e la testa. Il primo in 180 minuti europei è latitante, nonostante le moltissime occasioni create. Ma il football non è la box e non si vince ai punti, ma solo per Ko. E in questo caso è il club capitolino a finire al tappeto, per colpa dei destri e sinistri assestati da De Rossi, Spalletti, Palmieri e infine Szczesny.

Il Capitano della giornata si comporta come Vermaelen la scorsa settimana. Si discuterà molto se fosse o meno rosso diretto, ma è inutile perdere tempo perché la domanda fondamentale è un’altra, perché fare quell’intervento?

Inutile, senza motivo. Gli si annebbia la vista, gli si occlude la tanto rinomata vena e la Roma perde il suo primo giocatore e forse anche la partita stessa, nonostante i compagni provino con tutte le forze in corpo a recuperare.

Dopo De Rossi appunto, viene il turno della coppia Spalletti – Palmieri. Inutile anche in questa occasione analizzare il singolo, quando neanche dopo sette giorni si capisce l’errore commesso in precedenza e lo si replica. Ma il tecnico di Certaldo reitera e si dimostra poco attento nel fare cambi, anche quando toglie il poco lucido, ma comunque presente Dzeko per l’esterno adattato punta per l’occasione, Iturbe. Gli esperimenti sarebbe meglio provarli in amichevoli, non in match importanti come quello odierno. Così la squadra giallorossa perde il suo terminale offensivo e la presenza in area di rigore.

Infine è il turno del portiere polacco Szczesny. Preferito al neo acquisto Alisson, per merito delle prestazioni della scorsa stagione e perché più esperto. Come Vermaelen, De Rossi, Spalletti e Szczesny appunto.

Eppure, nonostante tutta questa esperienza, l’estremo difensore rimane incollato sulla linea di porta nell’occasione del primo gol, quando Felipe colpisce la sfera nell’area piccola senza alcun disturbo e si mostra invece, portiere volante, stile calcetto tra dilettanti, nella rete che chiude definitivamente il discorso qualificazione.

Facendo approdare dunque la Roma in Europa League, con tanta gioia dei tifosi sugli spalti e di Perotti, Manolas, Nainggolan e Strootman in campo. Loro con molte meno presenze internazionali, ma con molta più testa sulle spalle.

 

Edoardo Albanese

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