Ventura come Totti, quando l’Old diventa Evergreen. L’analisi dell’avversario: il Torino

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Un’altalena di risultati che non gli ha permesso mai di credere in obiettivi superiori alla semplice salvezza. Nonostante la zona retrocessione non sia mai stata vicina, la soglia dei 40 punti è stata superata solo nell’ultimo turno di Serie A, grazie alla risicata vittoria esterna contro il Bologna. Successo che, se si aggiunge alle due precedenti e consecutive, contro Inter e Atalanta, allunga la striscia a 3. Risultato inedito per questa stagione, dove non sono mai andati oltre i 7 punti ininterrotti. Al terzo match ball, l’emozione giocava brutti scherzi e al massimo giungeva un pareggio. Di chi stiamo parlando? Ovviamente del Torino di Ventura, prossimo avversario della Roma di Spalletti.

Analisi:L’old che diventa evergreen. Sembrava che i quasi 5 anni di ottimo lavoro trascorsi insieme fossero già dimenticati. L’alternanza di risultati faceva trasparire molta più rabbia della tristezza e della malinconia che solitamente si provano alla fine di una relazione d’amore. Il tanto acclamato e osannato Ventura era diventato obsoleto. Vecchio e antico nel suo modo di essere e di intendere calcio. Impacciato come la sua squadra, che per mesi si mostra avulsa e senza alcuna possibilità di poter ancora dire la sua. Nervosa e poco lucida, proprio come chi pensa di poter fare ancora certe cose, ma non riesce a metterle in pratica perché la testa gira, ma le gambe no. Non rispondono più ai comandi.

Del tanto amato fraseggio granata firmato Ventura rimanevano solo i ricordi. Del gioco che partiva da lontano, con scambi orizzontali tra i tre centrali per far stancare e scoprire l’avversario, o verticali verso il regista, Vives, o verso le due punte, che giocano molto vicine, neanche l’ombra. Il retropassaggio verso il portiere, Padelli, molto più bravo con il pallone tra i piedi di molti centrocampisti di quantità, facevano credere di rivedere le azioni in bianco e nero, nonostante fosse il periodo dell’ultra Hd. I due terminali offensivi, inoltre, nell’ultimo periodo Immobile e Belotti, per molto tempo si sono acciaccati i piedi, come se non capissero più gli insegnamenti del loro mentore.

In fondo lui nato nell’era delle lettere con il francobollo, come poteva dialogare con la generazione social? Il postino poco si addice al mondo di Whatsapp o Facebook.

Così sembrava tutto pronto pronto per l’addio del tecnico e del suo tanto caro 3-5-2. Il coinvolgimento degli esterni, Bruno Peres e Molinaro, con sovrapposizioni, cross e imbucate centrali, non funzionavano più. Pensare di poter vincere sfruttando l’altezza dei suoi giocatori sulle palle inattive fa molto retrò e poco nuovo millennio. Molto meglio la palla lunga e pedalare. Quello si, che è innovativo..

Dalla compassione per l’anziano rimbambito, si è passato alla rabbia per qualche passaggio a vuoto, per qualche incomprensione. Il passo da amato a silurato è stato breve.

Per citare Vasco:”Oggi mi sento un Dio, domani non sto in piedi..”

In fondo sei vecchio! Ma se ti sentissi tale, forse saresti il primo ad accorgertene. Lo noteresti subito e ti ritireresti a vita privata. Appenderesti gli scarpini al chiodo. Non è un lapsus o un errore e né tanto meno una metafora, perché il paragone tra Ventura e la vicenda Totti, non è follia. Per mesi hanno mandato giù bocconi amari, hanno ascoltato critiche e non hanno fatto una grinza o quasi. Giusto qualche dichiarazione giudicata fuori posto, che col tempo ha assunto i connotati di una persona che chiedeva semplicemente aiuto, una chance per dimostrare di essere ancora viva.

Impassibili davanti a tutto quel mare di parole che scalfiscono l’orgoglio, entrano nella profondità dell’animo e solo tu che le provi, senti davvero quanto fanno male.

Loro che per anni ti hanno amato e supportato in ogni momento della tua vita, ora ti girano le spalle. Le migliaia di tifosi, nel caso dell’allenatore, e le centinaia di migliaia, ma anche milioni, nel caso del Capitano,ti stanno dicendo addio. Ti abbandonano nel momento più duro e difficile, quello in cui, da persona coscienziosa e intelligente, qualche domanda sul tuo futuro, te la stai facendo, ma ti aspetteresti una parola dolce e di incoraggiamento e invece arriva uno schiaffo a svegliarti dal tuo torpore.

Schiaffo che però in questi due frangenti, ha sortito l’effetto contrario. Invece che far cadere, ha fatto solo vacillare, anzi scuotere. Riprendere coscienza di se stesso, dei propri mezzi e delle proprie capacità. Ad azione seguiva una reazione.

Più gli altri ci andavano giù pesanti, più rafforzavano il pensiero:”Non è ancora il momento!”

Tre vittorie consecutive, per chi non è ben visto dai tifosi giallorossi, ovvero allenatore Ventura, e gol e assist, per la storia, la bandiera della Roma. Come molti affermano, il passo per scendere dal palcoscenico è il più duro da compiere. Dopo anni di riflettori puntati addosso e ovazioni, il buio e la solitudine fanno paura. Specie quando sono gli altri che vogliono decidere per te.

La carezza e una standing ovation, quindi, sarebbero stati più appropriati, perché in fondo questi “vecchi” uomini di calcio, non chiedevano altro che ultima possibilità per lasciare lo show come solo i grandi sanno fare, tra lacrime d’amore e applausi assordanti!

Spalle al muro, 
Quando gli anni, son fucili contro,
Qualche piega, sulla pelle tua,
I pensieri tolgono, il posto alle parole,
Sguardi bassi alla paura, di ritrovarsi soli.
E la curva dei tuoi giorni, non è più in salita,
Scendi piano, dai ricordi in giù,
Lasceranno che i tuoi passi, sembrino più lenti,
Disperatamente al margine, di tutte le correnti.
Vecchio,
Diranno che sei vecchio,
Con tutta quella forza che c’è in te,
Vecchio
Quando non è finita, hai ancora tanta vita,
E l’anima la grida e tu lo sai che c’è.
Ma sei Vecchio,
Ti chiameranno vecchio,
E tutta la tua rabbia viene su,
Vecchio, si,
Con quello che hai da dire,
Ma vali quattro lire, dovresti già morire,
Tempo non c’è ne più,
Non te ne danno più
! 

Prossimo incontro: Roma-Torino 20 aprile 2016 Stadio Olimpico di Roma

Probabile Formazione: Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Bruno Peres, Baselli, Vives, Obi, Molinaro; Belotti, Maxi Lopez. Allenatore: Giampiero Ventura. In panchina:  Ichazo, Castellazzi, Jansson, Maksimovic, Zappacosta, Gaston Silva, Gazzi, Farnerud, CandelloneEdera.

Edoardo Albanese

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